il pane della resistenza

Volevamo liberare la Palestina, ma la Palestina sta liberando noi
credo non ci sia molto altro da dire in questo mondo di propaganda continua, di telemeloni, di sionisti del cavolo, di gente che non conosce empatia o pietà, in questo mondo che chiede “DEFINISCI BAMBINO”, che tratta chi porta aiuti come terroristi e li maltratta fisicamente e li denigra, in questo mondo in cui un governo non riporta a casa i suoi cittadini ma lascia che sia la compagnia aerea turca a farlo.
cosa c’è da aggiungere se non scendere in piazza e farsi vedere, farsi sentire e portare con noi il nostro dolore, che non è niente in confronto al genocidio di Gaza e del popolo palestinese perpetrato da Israele e dal suo governo sionista e nazista.
e allora, siamo scesi in piazza per liberare la Palestina ma la Palestina ha liberato noi: ci ha restituito la libertà di sentire, anche il dolore, ci ha restituito l’empatia, ci ha fatto popolo di nuovo nonostante tutte le sciocchezze, le pochezze, le inattitudini dei nostri ministri, ha tirato fuori dai salotti di casa quelli che ancora “sentono”, quelli che preferiscono i sentimenti e i valori invece del più becero capitalismo, al consumismo sfrenato. soprattutto ha mostrato a tutti le loro facce, la loro ignavia, la loro cattiveria.
e che cosa faremo il giorno della memoria? quale genocidio ricorderemo con le nostre false facce di mer@a?

musica per l’impasto