Panini al Burro con Semi di Senape e Pepe (Ricetta con Li.Co.Li)

Panini al Burro con Semi di Senape e Pepe (Ricetta con Li.Co.Li)

A volte la tristezza è una stanza silenziosa in cui ci si siede senza fretta.

Non fa paura: è una lente che ingrandisce, un modo diverso di vedere le cose. Quando il mondo sembra sbiadire, succede che certi dettagli si accendono — un profumo, un gesto, un ricordo che torna a bussare.

Sfogliando vecchi archivi, ho ritrovato questi panini. Non ricordavo neppure di averli fotografati. Eppure mi hanno parlato subito, con quella loro aria semplice e pacifica, come se sapessero che a volte la bellezza si manifesta proprio quando non abbiamo energia per cercarla.

C’è una dolcezza strana nella tristezza: ti insegna a riconoscere ciò che resta, ciò che scalda ancora. Questi panini al burro, con il pepe e i semi di senape, appartengono a quella categoria di cose che consolano senza fare rumore. Li apri e senti un profumo che ti rimette insieme, come una mano gentile sulla spalla.

Musica per l’impasto

Eels, My Beloved Monster

Panini al burro, semi di senape e pepe (Ricetta con Li.Co.Li)
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Spaghettoni alla Chitarra con Grano Arso, Lupini di Mare e Polvere di Zucca Gialla

Spaghettoni alla Chitarra con Grano Arso, Lupini di Mare e Polvere di Zucca Gialla

avete mai sentito parlare del grano arso?

è una di quelle storie che sanno di terra e di ingegno, nate quando nei campi non si buttava via niente e la fame era compagna cuotidiana.  

nelle campagne della Daunia in Puglia, dopo la mietitura, i contadini bruciavano le stoppie per ripulire il terreno. e tra la cenere restavano chicchi anneriti, che i più poveri raccoglievano a mano per poi macinarli. ne veniva fuori una farina scura, profumata di fumo e di pane cotto nel forno a legna, con un gusto pieno, quasi misterioso.

oggi, per fortuna, non si brucia più nulla: il grano viene semplicemente tostato, e quella magia di aromi si ritrova intatta, solo più gentile. è una farina ricca di fibre e sali minerali, dal sapore che ricorda il caffè tostato e la nocciola, con un retrogusto amarognolo che fa venire voglia di assaggiarla ancora.

io l’ho usata per preparare spaghettoni alla chitarra con lupini di mare e polvere di zucca gialla: un piatto che unisce la profondità del grano arso al profumo salmastro del mare e alla dolcezza dorata della zucca. i colori si rincorrono — il grigio ferroso della pasta, l’arancio brillante della polvere, il bianco lucido dei molluschi — e ogni boccone racconta un equilibrio tra fuoco e acqua, terra e luce.

è una ricetta semplice, ma ha un’anima antica. un piccolo viaggio nella memoria contadina, con i piedi nella sabbia e lo sguardo verso il tramonto.

musica consigliata

Paolo Angeli, Mare Lungo

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Schiacciata nera al cacao e sale Maldon

Schiacciata nera al cacao e sale Maldon

Ci sono pani che nascono per accompagnare, e poi ci sono pani che diventano protagonisti.
La schiacciata nera al cacao e sale Maldon appartiene con tutta evidenza alla seconda categoria: un impasto scuro, profumato, con una crosta sottile che si spacca sotto le dita e un interno morbido, quasi vellutato. È un pane che gioca sui contrasti, tra l’amaro elegante del cacao e il guizzo sapido del sale in fiocchi, e che conquista già dal primo morso.

L’idea nasce dal desiderio di spingere il concetto di pane dolce oltre i confini tradizionali. Niente zuccheri aggiunti, niente glassature o farciture: solo l’aroma profondo del cacao che si intreccia alla complessità della fermentazione naturale, e il sale Maldon che, con la sua croccantezza cristallina, diventa quasi una spezia. Ogni granello scioglie lentamente la sua sapidità, amplificando le note tostate e minerali dell’impasto.

In questa versione ho usato il li.co.li, il mio lievito madre liquido, per ottenere una mollica soffice ma strutturata, leggermente umida e con un profilo aromatico più rotondo. L’alveolatura è discreta ma regolare, pensata per valorizzare la texture più che il volume. È una schiacciata che profuma di forno di casa e di esperimenti riusciti: un pane che si serve volentieri da solo, ma che diventa sublime accostato a formaggi erborinati, a un burro montato con miele di castagno, o persino a un pezzetto di cioccolato fondente.

La cottura, come sempre, fa la differenza: temperature alte all’inizio per sviluppare la crosta, poi una fase più dolce per conservare l’umidità interna. Il risultato è un equilibrio quasi teatrale — croccante fuori, tenera e fragrante dentro, con quel profumo irresistibile di cacao tostato che riempie la cucina.

Questa schiacciata nera al cacao e sale Maldon è un piccolo esercizio di alchimia domestica: nasce come pane, profuma come un dolce, e si comporta come un’esperienza. È la ricetta perfetta per chi ama sorprendere senza eccessi, e per chi crede, come me, che anche una briciola possa raccontare una storia.

 

musica consigliata per l’impasto

Massive Attack, Paradise Circus

Schiacciata nera al cacao con sale Maldon
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